Dalla TV baby-sitter allo smartphone come strumento relazionale e come formidabile distrazione
In passato, moltissimi studi hanno indagato l’impatto della TV-sitter sullo sviluppo di bambini e adolescenti. Oggi ci poniamo le stesse domande riferite al grande cambiamento della digitalizzazione e della comunicazione istantanea: cosa comporta l’uso dello smartphone per la salute psicologica dei nostri figli? Di quali nuove competenze devono dotarsi i genitori? Come aiutare i ragazzi ad utilizzare in modo consapevole gli strumenti digitali?
Gli studi evidenziano come fin dagli anni ‘60 le mamme anglosassoni considerassero un grande beneficio “affidare” i figli alla TV baby-sitter perché stavano in casa e non più in strada, erano più tranquilli e meno aggressivi (Gantz e Masland, 1986). Come dar loro torto in quel contesto storico?
Con la nascita della televisione commerciale, ed il conseguente accrescimento della velocità della stimolazione e del ritmo delle trasmissioni, genitori e studiosi hanno iniziato a porsi il problema di quali limiti porre alla TV-sitter per aiutare i figli a crescere in modo sano: l’appropriatezza dei contenuti deve essere valutata dagli adulti, i figli è bene siano accompagnati almeno nella visione delle scene più difficili da comprendere, il tempo davanti al “piccolo schermo” deve essere limitato e devono essere previste altre attività sociali e motorie, ad esempio di tipo sportivo.
Il telefono cellulare è diventato un oggetto continuamente usato nella nostra quotidianità, che consideriamo indispensabile per poter organizzare lavoro e vita privata. Per le nuove generazioni (i nativi digitali) il cellulare è uno strumento scontato, che assolve un gran numero di funzioni comunicative e relazionali e li accompagna nel loro percorso di crescita come un “fedele compagno”. Lo smartphone permette agli adolescenti di rimanere sempre in contatto, di sentirsi parte di un gruppo, di comunicare con gli amici all’istante, condividendo con loro e gli altri pensieri, emozioni, ed esperienze.
Tuttavia, oltre agli innumerevoli vantaggi, lo smartphone nasconde una serie di pericoli per nulla evidenti a chi è abituato a darne per ovvia la presenza: il pericolo di distrarsi continuamente e così a lungo da non sviluppare correttamente la capacità attentiva, la dipendenza da internet, l’incapacità di rimanere da soli almeno per un po’ e le violazioni della privacy. Come accompagnare quindi i figli verso un uso psicologicamente sano dello smartphone?
Le 8+1 regole pratiche per un uso sano dello smartphone
1) Un solo compito per volta, un solo schermo alla volta
Lo smartphone è una formidabile distrazione. Anche se gli studi scientifici disponibili ancora non sono giunti a conclusioni univoche, “le prove disponibili suggeriscono che quando ci rivolgiamo a questi dispositivi [mentre si effettua un compito di apprendimento], in genere impariamo e ricordiamo meno dalle nostre esperienze” (Wilmer e altri, 2017). Addirittura ci sono prove del fatto che durante un compito “la semplice presenza del proprio smartphone” abbassi le prestazioni cognitive (Ward, 2017). Quindi è vietato occuparsi di un compito fermandosi continuamente a mandare messaggi con il telefono. Non c’è urgenza: se stiamo studiando, leggendo o anche solo guardando la TV, è bene imparare ad aspettare e a rimanere concentrati, qualsiasi cosa si stia facendo in quel momento.
2) I pasti sono una riunione di famiglia e si svolgono senza telefono
Nessuno, nemmeno mamma e papà, può portare il telefono a tavola, i pasti sono una riunione di famiglia. Le relazioni familiari regolari e con interazione in presenza uno dei centri della sana crescita; è l’occasione in cui ci si racconta la giornata, si condividono i vissuti di tutti, ci si scambia opinioni e ognuno ha l’occasione di ascoltare e farsi ascoltare. Se non vuoi parlare a tavola, non fa niente, ti chiederemo “cosa c’è che non va???”, anche se va tutto bene, ma non puoi riempire il vuoto con lo smartphone. Non citiamo studi (che comunque ci sono) per giustificare questo punto.
(A proposito: che ne pensate di una giornata smarphone-free per tutti? Difficile, siamo capaci di stare “da soli” completamente, come si poteva stare veramente soli nell’era pre-telefonini e pre-raggiungibilità istantanea? I non-nativi digitali se lo ricordano bene!)
3) Niente telefono prima di dormire
La visione di schermi luminosi interferisce con la durata del sonno e il tempo di addormentamento. Questo dato è confermato da moltissimi studi scientifici (una rassegna sistematica su questo argomento l’hanno fatta Hale & Guan, 2014). Assicuratevi che i vostri figli smettano con i telefoni circa un'ora prima di andare a dormire.
4) Spegnere le notifiche push
I grandi colossi della rete come Facebook e Twitter hanno effettuato esperimenti con algoritmi automatici per determinare quali elementi avessero il potere di massimizzare il coinvolgimento degli utenti dentro al social network, per accrescere l’esposizione degli utenti alla pubblicità ed il guadagno economico (Lanier, 2018). Uno di questi elementi è costituito dalle cosiddette “notifiche push”, che hanno il potere di aumentare il livello di dopamina nel cervello, un neurotrasmettitore implicato nelle attività piacevoli e che potenzialmente creano dipendenza. (Weinschenk, 2012). Le notifiche push vanno quindi disattivate se non indispensabili, i messaggi del social si controllano al momento giusto e non è il social a controllare noi.
5) Limitare l’orario di uso dei social media, videogiochi ecc
Alcune attività che creano grande coinvolgimento (i social, i videogiochi su telefono, playstation, xbox ecc) devono essere riservate ai momenti di relax come il dopo scuola e dopo compiti, ma per un tempo limitato. È opportuno proporre, nel tempo libero, attività alternative che favoriscano la socializzazione, la cooperazione e il movimento fisico (fare sport, coltivare un hobby, cucinare insieme, i giochi da tavola ecc.).
6) Partecipazione nella gestione dei contenuti tra genitori e figli
I social, la messaggistica e le app sono ambienti e veicoli di comunicazione in cui possono accadere tutte le cose buone, e meno buone, che accadono nella vita reale. E’ importante accompagnare i propri figli all’interno delle relazioni sia nel mondo fisico, che nel mondo digitale, aiutandoli a riflettere sulle possibili conseguenze, non sempre visibili, delle proprie azioni. Preparatevi a capire il valore e gli eventuali disvalori presenti nell’ultimo servizio digitale o nell’ultima app di grido frequentata dai minori di 12 anni (TikTok, SnapChat, Instagram) o cosa significano le abbreviazioni che si vedono LOL in chat OMG!!!
7) Proteggere la privacy è importante
Amnesty International ha definito il modello di business di Facebook e Google come una “minaccia per i diritti umani”, dal momento che la raccolta di dati personali anche molto privati, la schedatura (profilazione) sistematica degli individui e la vendita senza sostanziali limitazioni legali dei dati a fini pubblicitari può danneggiare potenzialmente in modo grave gli individui stessi, nell’immediato o nel futuro (Amnesty International, 2019). Che succederebbe se in futuro i nostri dati personali fossero utilizzati per quotare l’assicurazione sanitaria dei tuoi figli?
Abituatevi a capire le implicazioni del consenso richiesto per l’accesso ai dati personali dalle app (i “permessi”) e cosa comporta postare un episodio su facebook, piuttosto che su una chat commerciale o usare uno smartwatch che monitora la vostra salute. Per saperne di più è indispensabile informarsi, un buon punto di partenza potrebbe essere: www.lealternative.net o in inglese privacyinternational.org.
I telefoni più recenti hanno anche una sezione “benessere digitale”, che aiuta a limitare alcuni servizi o caratteristiche sulla base dell’orario giornaliero. Vale la pena di capire come funziona.
8) Gradualità in relazione ai bisogni psicologici e all’età
È indispensabile che i device e i loro contenuti siano presentati ai bambini nei momenti giusti e accompagnati dalla presenza di un adulto affinché, questi, possano essere strumenti che favoriscono lo sviluppo dei vostri figli e non ne impediscono, invece, un suo sano percorso. Evitiamo, dunque, di proporre il telefono in sala d’attesa del medico o al supermercato perché inibiscono le capacità del bambino di trovare alternative creative per gestire la noia e la frustrazione.
9) Meta-regola aggiuntiva: coerenza, le regole valgono per tutti
È importante che le regole siano chiare, poche e uguali per tutti. Per far capire veramente ai ragazzi che non hanno bisogno dei loro telefoni 7 giorni su 7 e 24 ore su 24, anche i genitori devono dimostrarlo in modo concreto. Si tratta di una meta-regola perché è un modo di rendere valide e rafforzare le altre regole.
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