Un bambino che non ha regole è più vicino alla solitudine che alla libertà
Rossini-Urso
Il compito di educare è assai complesso: i genitori si trovano a dover affrontare la sfida di aiutare i bambini a crescere sicuri, autonomi e socievoli, ovvero a star bene con sé e gli altri. Per fare questo spesso ci si confronta con la necessità di costruire un ambiente che sia emotivamente accogliente e altresì regolato, in cui vengono a dosarsi la capacità di entrare in sintonia con le emozioni dei propri figli e al contempo l’attenzione a offrire un sistema di regole che orienti il loro “stare nel mondo”. Le regole sono infatti utili poiché ci danno suggerimenti su come comportarci nei diversi contesti, aiutano ad essere consapevoli delle proprie azioni e delle loro conseguenze, ci allenano a tollerare le frustrazioni e a comprendere cosa significhi il rispetto per l’altro, insegnano nuove autonomie, contribuiscono a trasmettere valori. Dare regole è inoltre “prestare attenzione”, ovvero prendersi cura dei piccoli che da noi si aspettano un aiuto a crescere.
Occorre quindi chiedersi come debba essere fatta e proposta una “buona regola”, per non scivolare nella minaccia o nel ricatto, ma favorire la costruzione di un rapporto di reciproco rispetto e collaborazione. Innanzitutto bisogna tener conto dell’età e fare richieste proporzionate alle fasi di sviluppo dei bambini; dunque se i figli sono piccoli le regole dovrebbero essere brevi (perché più facili da ricordare), chiare (evitando frasi complesse, usando parole comuni) e descrivere nel modo più concreto possibile e magari corredato da un’immagine, il comportamento che gli viene richiesto (“Prima di cena si lavano le mani”). Offrire un’indicazione precisa e positiva può così aiutare a trasformare i divieti quali “Non correre!”, “Non urlare!” in consigli di comportamento, “Nel corridoio si cammina lentamente”, “In camera si parla a bassa voce”, nell’intento di costruire un po' alla volta buone abitudini e collaborazione tra i membri della famiglia. Imparare significa però anche insegnare: fare innanzitutto le cose insieme e proporci poi come modelli da emulare sono i primi passi per arricchire e consolidare buone prassi di comportamento. Questo suggerisce anche l’importanza, come coppia genitoriale, di mostrarsi coerenti nelle scelte educative poiché ciò è prerequisito per far sperimentare al bambino il giusto contenimento e trasmettere uno sentimento di sicurezza: la regola va infatti spiegata e mantenuta stabile, offrendo al bambino un ambiente routinario, prevedibile e facilitante. Sapere cosa fare e quando offre stabilità e serenità emotiva.
Un consiglio per condurre i bambini ad adeguarsi alle richieste può essere ad esempio quello di concedere la possibilità di scegliere tra più opzioni, “Preferisci preparare lo zaino subito o dopo aver lavato i denti?”, questo aiuta a sperimentare un seppur minimo senso di libertà e strizza l’occhio all’autonomia. In ultimo è però bene ricordare che infrangere le regole fa parte del gioco. Sia gli adulti che i bambini tendono a non rispettare sempre le regole e questo non è necessariamente sintomo di difficoltà comportamentali, oppositività o ribellione, anzi. Non riuscire a rispettare una regola o metterla in discussione può essere un modo per testare la solidità familiare o per affermare se stessi. Poter dire “No, io non sono d’accordo!” è importante e come adulti autorevoli siamo chiamati ad attivare l’ascolto, comprendere il vissuto dei nostri figli e stargli accanto mentre sfogano la loro rabbia, agire mantenendo saldi i confini entro cui farli crescere sicuri.
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